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ElectricMari

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quoted The sane society by Erich Fromm (Holt paperback, #HRW81)

Erich Fromm: The sane society (1976, Holt, Rinehart and Winston)

Per spingere il lavoratore al lavoro, bisognava agitare lo spauracchio della fame; e per far lavorare meglio e in modo più produttivo, lo si doveva ricompensare con salari più alti e giornate lavorative più corte. Pur essendo le due parti sostanzialmente d'accordo, i datori di lavoro erano riluttanti ad aumentare i salari e vi furono spesso costretti dagli scioperi minacciati dagli operai nello stesso tempo, i radicali cambiamenti del sistema economico hanno fatto sì che anche per i datori di lavoro risultasse vantaggioso aumentare le ricompense. Tutti i conflitti tra lavoratori e datori di lavoro vertevano sull'entità dei salari e sulla durata della giornata lavorativa. Nessuna delle due parti ha mai pensato di modificare la qualità del processo lavorativo in modo da rendere il lavoro interessante in sé. Il fenomeno è tanto più sorprendente, soprattutto da parte dei lavoratori, in quanto Marx aveva capito che il problema cruciale era "la questione della natura del lavoro". Per Marx, nel capitalismo il lavoro dell'operaio, dell'impiegato è lavoro alienato. Il lavoratore vende le proprie energie a chi lo assume, e fa quello che gli viene detto, quasi fosse la rotella di un ingranaggio. La merce che "lui" produce sta sopra e contro di lui, e perciò non se ne sente il creatore. Il lavoro alienato è necessariamente noioso, dannoso e sgradevole; di conseguenza il lavoratore può essere motivato ad accettarne il peso solo con la promessa di compensi materiali, che tuttavia portano a un incremento dei consumi. I conflitti non riguardano il principio, ma solo l'ammontare del compenso. La situazione sarebbe del tutto diversa se il lavoro non fosse alienato, se cioè fosse gratificante, perché interessante, stimolante e vitale. E se non il lavoro in senso stretto, almeno la partecipazione responsabile all'organizzazione sociale delle unità di lavoro (fabbrica, ospedale, eccetera). [...] Più il lavoro è meccanizzato, spersonalizzato e dunque alienato, più deve aumentare la ricompensa estrinseca, che consiste in salari più alti e dunque maggiori consumi. Questo sviluppo porta l'uomo moderno a compensare la noia crescente nel lavoro e nel tempo libero con un incremento dei consumi, al fine di ritrovare i suoi equilibrio psichico. Se ci si rende conto del pericoloso deterioramento dell'uomo prodotto dal consumismo, la questione se sia vero che l'uomo è pigro per natura, diventa uno delle questioni psicologico-antropologiche fondamentali.

The sane society by  (Holt paperback, #HRW81)

Parte Quarta "L'uomo è pigro per natura?

quoted The sane society by Erich Fromm (Holt paperback, #HRW81)

Erich Fromm: The sane society (1976, Holt, Rinehart and Winston)

Se l'uomo è per sua natura pigro, indolente e passivo, si lascerà motivare a essere attivo solo da stimoli che non saranno mai "intrinseci" all'attività stessa, ma soltanto "estrinseci". Ovvero, essenzialmente, dalla ricompensa (piacere) e dalla punizione (dolore). Se l'uomo è pigro per natura, dobbiamo chiederci quali incentivi siano necessari per superare la sua innata inerzia. Se invece l'uomo è per sua natura un essere attivo, dobbiamo chiederci quali siano le circostanze che paralizzano la sua naturale vitalità, rendendolo pigro e disinteressato. La convinzione che l'uomo sia pigro per natura e che la sua attività debba essere stimolata tramite incentivi estrinseci, è stata come noto alla base dell'idea convenzionale di "educazione" e di lavoro. L'alunno doveva essere indotto ad apprendere con ogni genere di ricompense e punizioni. Solo da poco tempo (dopo Friedrich Wilhelm August Fröbel e Maria Montessori) ci si è resi conto che il bambino ha voglia di apprendere se il processo di apprendimento risulta di per sé interessante.

The sane society by  (Holt paperback, #HRW81)

Parte Quarta "L'uomo è pigro per natura?

quoted The sane society by Erich Fromm (Holt paperback, #HRW81)

Erich Fromm: The sane society (1976, Holt, Rinehart and Winston)

Nessuno può sfuggire all'influsso di un assioma che c'è stato inculcato sin dall'infanzia: quello dell' "innata pigrizia dell'uomo". Non è un assioma a se stante, ma fa parte della convinzione generale che l'uomo sia cattivo per natura, e che dunque abbia bisogno della chiesa o del potere statale per cercare di estipare il male che è in lui; questo pur sapendo di non potervi riuscire oltre certi limiti. Se l'uomo è per sua natura pigro, avido e distruttivo, ha bisogno di sovrani spirituali e secolari che gli impediscano di cedere alle proprie inclinazioni. Da un punto di vista storico, tuttavia, è ovviamente più corretto capovolgere l'assunto: se le istituzioni e i capi vogliono dominare gli uomini, l'arma ideologica più efficace di cui possono servirsi è quella di convincere l'individuo che non può seguire la propria volontà e il proprio intuito, perché sono entrambi guidati dal demonio che è in lui. Nessuno ne fu più consapevole di Nietzsche: se si riesce a opprimere l'uomo con un costante senso di peccato e di colpa, lo si rende incapace di essere libero di essere se stesso; perché il suo Sé è corrotto, non deve essergli consentito di farsi valere. A questa accusa di fondo l'uomo può reagire con rassegnata sottomissione, oppure può protestare con una violenta aggressività che sembra confermare l'accusa. Però non può essere libero, non può essere padrone della propria vita: non può essere se stesso.

The sane society by  (Holt paperback, #HRW81)

Parte Quarta "L'uomo è pigro per natura?

quoted The sane society by Erich Fromm (Holt paperback, #HRW81)

Erich Fromm: The sane society (1976, Holt, Rinehart and Winston)

Esiste anche un narcisismo familiare: famiglie pazze, per così dire. Ricordo un caso in cui madre, figlia e figlio erano convinti di essere le sole persone perbene al mondo. Tutti gli altri erano volgari, non sapevano cucinare, erano dei buoni a nulla. Solo loro erano persone rispettabili per bene; per gli altri provavano odio e disprezzo. Se questo narcisismo familiare appare piuttosto strano, la situazione appare diversa quando abbiamo a che fare con il narcisismo che non è riferito alla famiglia, ma il proprio popolo. Lo stesso atteggiamento - "il popolo al quale appartengo il migliore, il più ammirevole" - che se riferito al singolo o alla famiglia dovrebbe suscitare sdegno ed essere tacciato di follia appare tutt'ad un tratto lodevole, morale e positivo se riferito a un intero popolo o una religione. Dal punto di vista della psicologia, il narcisismo di gruppo non si distingue troppo da quello individuale. Lo spostamento del narcisismo dall'individuo al gruppo, accompagnato da odio religioso e nazionalismo, non apporta modifiche rilevanti alla natura del fenomeno narcisistico. Ma c'è un aspetto importante: per poveraccio che non ha niente, né denaro né cultura è molto difficile indulgere al suo narcisismo individuale. Lo slittamento del proprio narcisismo da individuale a collettivo gli consente di mantenerlo senza impazzire, poiché è confermato anche da tutti gli altri. I leader politici, i libri di scuola e così via, non fanno che rafforzare in lui idea che il suo popolo sia il migliore, che abbiano una tradizione è un futuro, che in esso regnino l'etica la giustizia, e che tutte le altre nazioni (soprattutto se nei loro confronti esistono tensioni politiche) siano popolate da persone indegne, immorali e criminali. Ripeto: chi riesce a spostare sul gruppo il proprio narcisismo individuale, può sfogarlo senza impazzire, poiché tutti gli altri lo confermano. Eppure questo narcisismo collettivo è una malattia psichica, e le sue conseguenze sono identiche a quelle tipiche del narcisismo individuale sopradescritte.

The sane society by  (Holt paperback, #HRW81)

quoted The sane society by Erich Fromm (Holt paperback, #HRW81)

Erich Fromm: The sane society (1976, Holt, Rinehart and Winston)

Come già Freud aveva avuto modo di osservare, il narcisismo riveste un ruolo più o meno importante per ognuno di noi. Prendiamo per esempio un uomo che si innamora di una donna, alla quale però non interessa affatto. Se costui è molto narcisista, sarà incapace di ammettere che la donna non prova interesse per lui. L'unico pensiero, che non si stancherà mai di ripetere, sarà: "come è possibile che non mi ami, se io la amo tanto?". Per quest'uomo l'unica realtà è il proprio amore: il fatto che ci sia una donna che forse prova altri sentimenti e reagisce in modo diverso, per lui non è una realtà.

The sane society by  (Holt paperback, #HRW81)

sounds familiar

Niccolò Ammaniti: Che la festa cominci (Italian language)

Mai farsi consigliare da un libraio Mondadori

Ho comprato questo libro dopo una chiaccherata con un libraio della Mondadori, qualche mese fa. "Mi consiglieresti dei libri italiani moderni o recenti? Sai, non conosco molto la letteratura italiana, non vivo più qui, quindi sono un po' fuori dal giro..." Mi consigliò diversi libri tra cui "Che la festa cominci" di Niccolò Ammaniti. Lo comprai assieme a "Dalla stessa parte mi troverai" di Valentina Mira. Ho pensato, Ammaniti l'ho letto a scuola ("Io non ho paura"), è un classico, Mira è giovane, mi sembra un mix interessante.

Speriamo che il libro di Mira sia meglio.

Ho dato tre stelle al libro perché è scorrevole, 350 pagine in 10 giorni per me sono molte, soprattutto con i miei ritmi lavorativi. Anche se il mondo che ci è descritto qui è quello della bruttezza dell'uomo, il libro non è scorrevole come un Palahniuk, il cui stile ti trasporta dolce e tranquillo …