Review of 'Ace: What Asexuality Reveals About Desire, Society, and the Meaning of Sex' on 'Goodreads'
4 stars
Mi sono mangiata in nemmeno due giorni questo testo divulgativo, abbastanza breve ma intenso, sull'assessualità e lo spettro ace che la prima ha spalancato, sulla condizione misconosciuta (da se stessə e dalla società) delle persone ace, sullo stigma che devono portare dovuto principalmente al paradigma allosessuale fondato sulla compulsività e pervasività del sesso nella vita di tutte le persone (anche se alcune più di altre come ennesima forma di razzismo, o meno, come forma di abilismo); dunque sulla normatività che sul sesso e sulle esperienze (presupposte!) che dovrebbero derivare da esso si fonda, e in generale, su tutte le normatività che concernono la vita psichica individuale e relazionale delle persone. Normatività che etichettano, definiscono, arrivando a patologizzare e discriminare persone che non possono decidere - volenti o nolenti, anche quando credono di poterlo fare! - come vivere la propria vita e i propri rapporti interpersonali, il rapporto col proprio corpo, …
Mi sono mangiata in nemmeno due giorni questo testo divulgativo, abbastanza breve ma intenso, sull'assessualità e lo spettro ace che la prima ha spalancato, sulla condizione misconosciuta (da se stessə e dalla società) delle persone ace, sullo stigma che devono portare dovuto principalmente al paradigma allosessuale fondato sulla compulsività e pervasività del sesso nella vita di tutte le persone (anche se alcune più di altre come ennesima forma di razzismo, o meno, come forma di abilismo); dunque sulla normatività che sul sesso e sulle esperienze (presupposte!) che dovrebbero derivare da esso si fonda, e in generale, su tutte le normatività che concernono la vita psichica individuale e relazionale delle persone. Normatività che etichettano, definiscono, arrivando a patologizzare e discriminare persone che non possono decidere - volenti o nolenti, anche quando credono di poterlo fare! - come vivere la propria vita e i propri rapporti interpersonali, il rapporto col proprio corpo, abile o disabile che sia, conforme che sia. Proprio in questo senso mi è stata assai utile specialmente la disanima (in Romance, Reconsidered) - anche un poco dolorosa per me, forse - sull'amatonormatività e sulla differenza, spesso fenomenologicamente intangibile e soggettivissima, tra esperienza di amore romantico, platonico, di amicizia. Un capitolo su cui dovrò tornare.
Insomma, un libro denso però molto comprensibile, poche conoscenze pregresse erano richieste, e quasi tutti i miei dubbi sul tema sono stati fugati, anche se mi viene da approfondirli uno per uno - per esempio, giusto per nominarne uno, la distinzione (pretty basic in realtà) tra libido o drive sessuale e attrazione sessuale e attrazione estetica (e altre, che non ricordo proprio perché difficili da concepire senza essere educata direttamente) per me è stata piuttosto utile per far luce sulla mia biografia in senso sessuale e farmi avvicinare al mondo ace in veste di demisessuale, a dissipare un po' di questa ingiustizia ermeneutica, che non mi ha mai creato danni per davvero nel mio vissuto, tutto sommato, di ragazza privilegiata. Per fortuna sì, si parla anche di privilegio in questo libro.
Un'altra dimensione che mi ha fatta sentire compresa è il dissenso, che ho sempre condiviso anche senza strumenti per poterlo formulare bene, dell'autrice sul tema della liberazione sessuale manifestata sotto forma di performatività di una trasgressione sessuale che diventa paradossalmente quasi imposta e non sempre scelta, una semplice riformulazione di una coercizione, ribaltando il charmed circle, non distruggendolo ("The quest for a feminist sexuality free of male violence is replaced by the quest for a politically incorrect sexuality that transgresses movement standards", di cui giustamente si commenta "Overcorrection doesn't solve the problem. It only redistributes the shame and the stigma"). Essere sex-positive va bene ma non per semplice antagonismo, che finisce solo per opprimere di più chi non si riconosce nel paradigma dell'iper(allo)sessualità.
In ogni caso, va letto perché gli spunti sono tantissimi! Spero anche che venga tradotto in italiano presto perché abbiamo bisogno di termini per rendere pensabili anche nella nostra lingua - e nella nostra cultura - tutti questi discorsi.