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Niccolò Ammaniti: Che la festa cominci (Italian language)

Mai farsi consigliare da un libraio Mondadori

Ho comprato questo libro dopo una chiaccherata con un libraio della Mondadori, qualche mese fa. "Mi consiglieresti dei libri italiani moderni o recenti? Sai, non conosco molto la letteratura italiana, non vivo più qui, quindi sono un po' fuori dal giro..." Mi consigliò diversi libri tra cui "Che la festa cominci" di Niccolò Ammaniti. Lo comprai assieme a "Dalla stessa parte mi troverai" di Valentina Mira. Ho pensato, Ammaniti l'ho letto a scuola ("Io non ho paura"), è un classico, Mira è giovane, mi sembra un mix interessante.

Speriamo che il libro di Mira sia meglio.

Ho dato tre stelle al libro perché è scorrevole, 350 pagine in 10 giorni per me sono molte, soprattutto con i miei ritmi lavorativi. Anche se il mondo che ci è descritto qui è quello della bruttezza dell'uomo, il libro non è scorrevole come un Palahniuk, il cui stile ti trasporta dolce e tranquillo tra gli anfratti più disgustosi della realtà umana. È scorrevole per le battute, alcune molto riuscite, perché in qualche modo ti tappi il naso dicendoti che boh, forse sono io che non riesco ad andare oltre all'ironia sottile dello scrittore. È ancora di moda parlare di stupro così, alla leggera? Utilizzare solamente un linguaggio misogino e degradante per parlare delle donne? Ho cercato d'immaginare Ammaniti che cerca di immergerci nella mentalità dei due protagonisti, uno scrittore e il capo di una setta satanica, due falliti che si credono i messia di un mondo di buzzurri. Lo stile è voluto, quindi, immagino... (spero anche gli errori grammaticali in alcune descrizioni) ma ho digrignato troppo i denti per godermi "Che la festa cominci".