LordMax finished reading Il giardino segreto by Frances Hodgson Burnett
Mi sono accorto di non averlo mai letto anche se ne conoscevo la fama.
Ho scelto la versione presente perché disponibile sullo store streetlib che è il più etico attualmente disponibile.
Ovviamente ho scelto l'edizione integrale e devo dire che la traduzione di Riccardo Reim mi sembra molto valida. Questo significa che sono molto soddisfatto del lavoro fatto e di averlo letto.
Lo consiglierei? Sì, sicuramente sì. A chi ha figli di certo, è una gran bella lettura da fare insieme. Lunga come storia ma permette di discutere insieme di molti argomenti importanti. Agli adolescenti forse, il libro è abbastanza veloce ma chiaramente per un ragazzo in età adolescenziale i temi trattati sono ormai superati e ha davanti sfide ben più interessanti. Agli adulti? Certo, è una lettura leggera, distensiva, facile anche e al tempo stesso gradevole. Ci sono molti punti in cui si sorride per l'ingenuità ma forse è proprio questa la forza della narrazione.
Parliamo dell'aspetto narratologico. Lo stile di scrittura è quello che ci si aspetta da un libro di inizio '900, ovviamente è in terza persona onniscente con numerosi interventi dell'autore e non solo del narratore. La cosa è accettabile sia perché appunto un romanzo di inizio secolo scorso sia perché il pubblico di riferimento è quello fra i 5 e i 10 anni. Il tono è piuttosto elevato, in parte credo sia anche dovuto alla traduzione, e alcune costruzioni sintattiche non sarebbero adatte a un bambino, o sarebbero comunque difficili di comprendere; Per questo motivo dicevo che sarebbe una bella lettura da condividere fra bambino e adulto. La struttura è molto semplice, un tre atti classico con alcuni momenti molto ben congeniati e alcune scelte narrative ottime. Non ho individuato particolare buchi di trama, qualche elemento buttato nella narrazione senza troppa attenzione ma nulla che possa guastare il flusso della lettura o il piacere della narrazione. Vengono resi bene i personaggi, una più che buona caratterizzazione anche se oggettivamente i bambini sono molto adulti, cosa tipica nella narrazione ottocentesca e di inizio '900
Parliamo della trama, occhio agli spoiler
La piccola Mary Lennox, viziata, dispotica e 'brutta' bambina di famiglia ricca, perde i genitori durante una pandemia in India e viene mandata da un ricco zio nella brughiera dello Yorkshire, Archibald Craven. Qui viene accolta di mala voglia e incontra lo zio solo in una occasione. L'unico personaggio con cui lega è la cameriera che diventa suo malgrado la sua tata. Questa le racconta storie della sua famiglia, povera e numerosa, e della sua nuova casa, il Misselthwaite Manor di cui si dice avere cento stanze, quasi tutte chiuse e vietate. Poco alla volta inizia a prendere confidenza con l'ambiente e scopre dell'esistenza di un giardino appartenuto alla moglie dello zio. Il giardino è stato chiuso e vietato a tutti ma lei insiste e trova la chiave e l'ingresso... aiutata da un pettirosso che le diventa amico (uno degli escamotage narrativi di cui parlavo prima e inizio della visione magica alla base del libro) Scoperto il giardino decide di farlo rivivere e in questo verrà aiutata da Dikon, fratello della tata e grande conoscitore della brughiera, dei suoi animali e dei suoi ritmi, una sorta di druido bambino. Dalla metà circa del libro scopre anche dell'esistenza di un altro bambino, Colin, a Misselthwaite Manor, il figlio dello zio che è stato rinchiuso in una stanza e fatto diventare paranoico e terrorizzato dalla vita. Anche lui dispotico, viziatissimo (gli si deve dare tutto quello che vuole per ordine del padre) e sgradevole perché si pensa destinato alla morte imminente. Poco alla volta la piccola Mary convince il cugino ad uscire per visitare il giardino e aiutati da Dikon lo riportano alla vita ottenendo a loro volta grandi giovamenti. Colin torna alla vita, si rinforza e rappresenta con la sua epifania magica il messaggio del romanzo che possiamo riassumere con "con l'amore e la spensieratezza si può ottenere tutto" Alla fine il padre di Colin e zio di Mary torna a casa, colto da una improvvisa epifania magica a sua volta che lo risveglia dal torpore della malinconia e depressione per la perdita della maglie. Al ritorno trova il figlio sano e robusto come ogni altro bambino e si prospetta un futuro radioso per tutti, tranne forse per il dottore che sperava di ereditare la proprietà alla morte di Colin.
Il finale sotto alcuni punti di vista è un poco 'tirato via'. È comprensibile perché altrimenti sarebbe diventato melenso ma alcuni passaggi potevano essere esplorati meglio.
Riprendo dalla descrizione sullo store: Con questo romanzo Frances Hodgson Burnett (autrice, anche, dell’altrettanto celebre Il piccolo Lord) scrive forse il suo capolavoro: un libro che varca agevolmente i confini della children’s literature, rivelandosi sorprendente per i lettori di ogni età. Non so se è il suo capolavoro (ha anche scritto pochi romanzi in effetti) ma concordo che è una buona lettura ad ogni età