Michele Pinto reviewed Stoner by John Williams
Review of 'Stoner' on 'Goodreads'
4 stars
Ho iniziato ad odiare questo libro sin dall'inizio perché l'autore non rispetta la regola base: Show, don't tell (Mostra, non raccontare)
Andando avanti mi sono accorto che la vita di Stoner era proprio così, non vissuta ma raccontata. Insomma questo libro andava scritto proprio così, perché il protagonista sembra seguire la propria vita dall'esterno senza viverla in prima persona, senza fare una singola scelta consapevole.
Pian piano mi sono affezzionato a Willy Stoner e ho iniziato a solidarizzare con lui, fino alla fine, quando guarda in faccia la morte e finalmente fa qualcosa per prepararsi. Lì mi ha addirituttra commosso e mi ha fatto piangere. Odio quando giocano così con le mie emozioni... ma in realtà quando un autore riesce a coinvolgermi così è perché è bravo. 😀
Per quanto rigurda i contenuti ho ammirato molto l'abnegazione e il senso del dovere di Stoner che di certo è un gran lavoratore. Ma non potrò mai perdonargli di non aver combattuto per la figlia.
Mi ha fatto pensare la sua storia d'amore. Anche in questa non ha scelto, si è semplicemente lasciato andare, come se l'è lasciata sfuggire di mano senza far nulla.
Praticemente condivido in toto quello che scrive nella postfazione Peter Cameron.
La domanda che dovremmo farci è: "Nella nostra vita siamo noi a decidere cosa fare o ci lasciamo trascinare dagli eventi come Stoner?"