Devo essere sincero, nonostante non abbia problemi a riconoscere all'autore un certo talento narrativo, questo libro mi ha irritato dalla prima all'ultima pagina. Ho impiegato un po' di tempo per capire cosa mi disturbasse tanto, ma penso, infine, di esserci arrivato: Labatut, mannaggia a te, qual è il punto?
Di sicuro si tratta di un mio limite, ma è veramente poco chiaro, alla fine dei conti, quale sia lo scopo di quest'opera. Pensavo che soi trattasse di un esposizione divugativa di casi scientifici cruciali per l'avanzamento delle conoscenze umane, quei casi che hanno sblaccato un'empasse permettendo il defluire del potenziale umano. Invece no, o meglio, qulche caso veramente cruciale viene pure narrato in questo libro, la nascita della teoria dei quanti per esempio, ma sembra più un caso fortuito, perché per il resto sembra essere un percorso deciso dall'autore in base a cosa in quel momento riteneva più suggestivo (ma …
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Review of 'Quando abbiamo smesso di capire il mondo' on 'Goodreads'
2 stars
Devo essere sincero, nonostante non abbia problemi a riconoscere all'autore un certo talento narrativo, questo libro mi ha irritato dalla prima all'ultima pagina. Ho impiegato un po' di tempo per capire cosa mi disturbasse tanto, ma penso, infine, di esserci arrivato: Labatut, mannaggia a te, qual è il punto?
Di sicuro si tratta di un mio limite, ma è veramente poco chiaro, alla fine dei conti, quale sia lo scopo di quest'opera. Pensavo che soi trattasse di un esposizione divugativa di casi scientifici cruciali per l'avanzamento delle conoscenze umane, quei casi che hanno sblaccato un'empasse permettendo il defluire del potenziale umano. Invece no, o meglio, qulche caso veramente cruciale viene pure narrato in questo libro, la nascita della teoria dei quanti per esempio, ma sembra più un caso fortuito, perché per il resto sembra essere un percorso deciso dall'autore in base a cosa in quel momento riteneva più suggestivo (ma l'impressione reale è quella di un percorso notturno su wikipedia, un rabbit hole, passando da un hyperlink all'altro terminato con la decisione finale di scriverci un libro).
Il risultato è un libro estremamente disomogeneo tenuto insieme soprattutto dalla pretenziosità dell'autore. Non un saggio, come credevo, ma neanche un romanzo e men che meno un libro di nonfiction, perchè manca quell'apparato documentale che serve ad ancorare la narrazione immersiva alla realtà dei fatti storici. Possiamo al massimo definirlo una raccolta di storielle a tema scientifico con un tono variegato che va dallo stile "Ted Talk" al racconto di weird fiction. Il problema è che questo tema principale, la scienza, viene trattato in maniera molto superficile e presto ti accorgi che ogni capitolo segue lo stesso noioso schema:
Ogni scoperta narrata in "Quando abbiamo smesso di capire il mondo" sembra essere avvolta da un'aura mistica, collegamenti misteriosi, rivelazioni soprannaturali: gli scienziati tormentati da un problema apparentemente insormontabile, sono preda di incubi, allucinazioni e febbri notturne, ma l'indomani immancabilmente, si svegliano con la soluzione magicamente apparsa nella loro mente. Dov'è il lavoro paziente, dov'è lo studio delle intuizioni degli altri scienziati e le reciproche influenze? Insomma, dov'è la scienza? Io credo che sia stata diluità nella vanità dell'autore che ha creduto di poter nobilitare delle titaniche imprese del pensiero attraverso le sue velleità da grande autore, senza intuire che quelle imprese non avevano certamente bisogno di essere nobilitate da nessuno, tantomeno da Benjamin Labatut!
cristianopala reviewed La città dei vivi
Review of 'La città dei vivi' on 'Goodreads'
5 stars
"Come avere immerso una mano nello Stige e sentirla ancora gonfia d'ombra"
Traggo questa frase dal libro stesso per descrivere ciò che si prova dopo la lettura de "La città dei vivi".
È stata un'esperienza brutale a livello emotivo.
Questa "non fiction" ti afferra per la gola impedendoti di respirare e ti trascina su percorsi veramente oscuri. Era da molto che un libro non mi colpiva ad un livello così viscerale.
L'omicidio Varani è affrontato da molteplici prospettive e si intuisce un notevole lavoro di indagine e documentazione ma anche una profonda meditazione sulla società moderna e sulla violenza, spesso non esplicita, di cui è impermeata.
Quando ho iniziato a leggere quest'opera, temevo di dover affrontare un carico di violenza "grafica" per me insopportabile, vista la crudeltà con cui nel 2016 era stato compiuto il delitto, ma Lagioia non indugia sui dettagli raccapriccianti nemmeno durante il racconto della scena dell'omicidio. …
"Come avere immerso una mano nello Stige e sentirla ancora gonfia d'ombra"
Traggo questa frase dal libro stesso per descrivere ciò che si prova dopo la lettura de "La città dei vivi".
È stata un'esperienza brutale a livello emotivo.
Questa "non fiction" ti afferra per la gola impedendoti di respirare e ti trascina su percorsi veramente oscuri. Era da molto che un libro non mi colpiva ad un livello così viscerale.
L'omicidio Varani è affrontato da molteplici prospettive e si intuisce un notevole lavoro di indagine e documentazione ma anche una profonda meditazione sulla società moderna e sulla violenza, spesso non esplicita, di cui è impermeata.
Quando ho iniziato a leggere quest'opera, temevo di dover affrontare un carico di violenza "grafica" per me insopportabile, vista la crudeltà con cui nel 2016 era stato compiuto il delitto, ma Lagioia non indugia sui dettagli raccapriccianti nemmeno durante il racconto della scena dell'omicidio.
La brutalità della vicenda non si percepisce dalla quantità di sangue versato, ma da tutto il contorno: dalle descrizioni di una Roma sull'orlo del collasso, fino al racconto dei due giorni, quasi lynchani, che hanno preceduto la morte di Luca Varani, passati dei due carnefici tra droga e abiezione.
Nicola Lagioia si muove in questo flusso potente di fatti e interpretazioni con grande mestiere, senza nessuna concessione allo shock, ma tenendo comunque altissimo l'interesse del lettore.
Senza dubbio un libro importante nel panorama editoriale italiano di cui si parlerà anche in futuro
cristianopala reviewed Anarcoccultismo by Erica Lagalisse
Review of 'Anarcoccultismo' on 'Goodreads'
3 stars
Il vero voto sarebbe 3 stelle e mezza se solo GoodReads si decidesse a implementare i mezzi voti.
È possibile per movimenti secolarizzati come quelli anarchici e socialisti poter essere accoglienti e inclusivi nei confronti delle soggettività non occidentali che magari non condividono ne condividono il materialismo e l'ateismo? Secondo l'autrice di questo breve e agile saggio, è possibile a patto che gli attivisti politici riconoscano che movimenti di cui fanno parte, affondano le proprie radici in realtà che partecipavano a delle tipologie di spirituaità totalmente opposte a quelle odierne. Per dimostrarlo, Erica Lagalisse ricompone una genealogia che va dalle guaritrici medioevali, ai maghi rinascimentali fino ai rituali delle società segrete del XIX secolo. Ogni passaggio di questa linea evolutiva ha lasciato tracce nelle pratiche e nella simbologia usate dai moderni attivisti anarchici e socialisti,
<img src="https://heartinaheartlessworld.files.wordpress.com/2016/12/ait.jpeg" width="200"
Qui il simbolo della branca spagnola della prima internazionale, righello, compasso e …
Il vero voto sarebbe 3 stelle e mezza se solo GoodReads si decidesse a implementare i mezzi voti.
È possibile per movimenti secolarizzati come quelli anarchici e socialisti poter essere accoglienti e inclusivi nei confronti delle soggettività non occidentali che magari non condividono ne condividono il materialismo e l'ateismo? Secondo l'autrice di questo breve e agile saggio, è possibile a patto che gli attivisti politici riconoscano che movimenti di cui fanno parte, affondano le proprie radici in realtà che partecipavano a delle tipologie di spirituaità totalmente opposte a quelle odierne. Per dimostrarlo, Erica Lagalisse ricompone una genealogia che va dalle guaritrici medioevali, ai maghi rinascimentali fino ai rituali delle società segrete del XIX secolo. Ogni passaggio di questa linea evolutiva ha lasciato tracce nelle pratiche e nella simbologia usate dai moderni attivisti anarchici e socialisti,
<img src="https://heartinaheartlessworld.files.wordpress.com/2016/12/ait.jpeg" width="200"
Qui il simbolo della branca spagnola della prima internazionale, righello, compasso e pendolo a formare una A, vi ricorda qualcosa?
La seconda parte, altrettando interessante è composto da istruzioni molto pratiche su come effettivamente le comunità anarchiche e socialiste possono essere maggiormente inclusive e rispettose non solo delle soggettività non occidentali e indigene che ho precedentemente nominato, ma anche nei confronti di soggetti come i complottisti, anch'essi, nonostante una visione spesso aberrante della realtà, portaatori di un disagio che non può essere liquidata da chi si propone di cambiare lo stato delle cose esistenti.
cristianopala reviewed Dodici by Zerocalcare
Review of 'Dodici' on 'Goodreads'
2 stars
Finora l'unica opera di Zerocalcare che non mi ha lasciato nulla. Questa ode a Rebibbia ambientata durante un'apocalisse zombie penso possa essere apprezzata solo da chi vive veramente in quel quartiere.
cristianopala rated Un polpo alla gola: 5 stars

Un polpo alla gola by Zerocalcare
Dopo lo straordinario successo de La profezia dell’armadillo, Zerocalcare torna con un romanzo grafico lungo e tutto nuovo. Tre capitoli. …
cristianopala rated La crisi dell'antifascismo: 5 stars
cristianopala rated Armi, acciaio e malattie: 5 stars

Armi, acciaio e malattie by Jared Diamond
Perché gli europei hanno assoggettato gran parte degli altri popoli? Secondo Diamond le diversità culturali affondano le loro radici in …
cristianopala rated Storie della tua vita: 5 stars

Storie della tua vita by Ted Chiang (Scritture, #19)
Se gli uomini avessero costruito una torre fino al cielo? Se un farmaco incrementasse l'intelligenza? Se i fondamenti della matematica …
cristianopala rated ZEROCALCARE - DIMENTICA IL MIO: 5 stars
cristianopala rated Helgoland: 4 stars

Helgoland by Carlo Rovelli, Carlo Rovelli, Erica Segre, and 1 other
In June 1925, twenty-three-year-old Werner Heisenberg, suffering from hay fever, had retreated to the treeless, wind-battered island of Helgoland in …
cristianopala rated Codex Seraphinianus: 5 stars

Luigi Serafini: Codex Seraphinianus (Italian language, 2006)
Codex Seraphinianus by Luigi Serafini
Codex Seraphinianus, originally published in 1981, is an illustrated encyclopedia of an imaginary world, created by Italian artist, architect and …
cristianopala reviewed Altai by Wu Ming (Stile Libero Big)
Review of 'Altai' on 'Goodreads'
4 stars
Premessa: Altai non è Q, ma d'altronde neanche io sono la stessa persona che ha letto Q.
Avevo 20 anni allora e, per un ventenne esistono ancora miti inarrivabili. Ora di anni ne ho 41 e i miti inarrivabili non esistono più: le cose si analizzano in modo più attento e critico e i facili entusiasmi sono molto rari, non si tratta di aridità ma di maturità, la capacità di riconoscere le cose belle esiste ancora e Altai è proprio questo: un bellissimo romanzo.
cristianopala reviewed La contessa di ricotta by Milena Agus (Narrativa)
Review of 'La contessa di ricotta' on 'Goodreads'
1 star
"Esistono storie che non esistono".
Avendo un certo gusto per il nonsense questa frase tratta da un trailer di Maccio Capatonda mi ha fatto sempre spanciare dalle risate, poi, un giorno, ho letto "La contessa di ricotta" e, ora, ogni volta che la sento mi incupisco e divento triste perché ho scoperto che può essere vera....
(pausa drammatica)
Tutto ciò che volevo fare era semplicemente dimostrare a me stesso di essere capace di leggere anche cose lontane dalla mia sensibilità. Evitare, insomma di cadere nell'autoreferenzialità letteraria; Da dove iniziare, dunque, se non da una scrittrice mia conterranea di cui, molte persone amiche (delle quali non avevo mai messo in dubbio i gusti letterari... finora) mi avevano parlato bene?
(altra pausa drammatica)
(la pausa si dilunga, porto le mani sugli occhi e scuoto la testa sconsolato)
(traggo un sospiro triste e mi ricompongo)
Non saprei neanche da dove iniziare: questo libro …
"Esistono storie che non esistono".
Avendo un certo gusto per il nonsense questa frase tratta da un trailer di Maccio Capatonda mi ha fatto sempre spanciare dalle risate, poi, un giorno, ho letto "La contessa di ricotta" e, ora, ogni volta che la sento mi incupisco e divento triste perché ho scoperto che può essere vera....
(pausa drammatica)
Tutto ciò che volevo fare era semplicemente dimostrare a me stesso di essere capace di leggere anche cose lontane dalla mia sensibilità. Evitare, insomma di cadere nell'autoreferenzialità letteraria; Da dove iniziare, dunque, se non da una scrittrice mia conterranea di cui, molte persone amiche (delle quali non avevo mai messo in dubbio i gusti letterari... finora) mi avevano parlato bene?
(altra pausa drammatica)
(la pausa si dilunga, porto le mani sugli occhi e scuoto la testa sconsolato)
(traggo un sospiro triste e mi ricompongo)
Non saprei neanche da dove iniziare: questo libro è sbagliato da cima a fondo.
E' sbagliato lo stile narrativo: l'autrice ha deciso di raccontare la storia al tempo presente indicativo.. solo al presente e solo all'indicativo... congiuntivi e altri tempi indicativi sembrano essere stati aboliti, perché?
E' sbagliato l'uso del punto di vista che non è ne onnisciente ne mimetico: possiamo definirlo schizofrenico tali e tanti sono i cambiamenti di tono e personalità (a volte sembra una ragazzina ritardata, altre volte una vecchietta che racconta un pettegolezzo, altre volte ancora un vicino di casa guardone e maniaco).
Sono sbagliati i personaggi: a me, i perdenti sono sempre stati simpatici, ma questi sono veramente insopportabili. Per resistere alla tentazione di gettare il libro fuori dalla finestra ho addirittura iniziato ad immaginare le tre contesse protagoniste come i personaggi di un anime demenziale chiamato Azumanga Daioh:
abbiamo quindi Noemi, l'acida bisognosa d'amore
,
Maddalena la dolce tettona,
e la "contessa di ricotta": l'adorabile idiota,
In realtà per descrivere le protagoniste basta solamente un aggettivo per ciascuna: l'acida, la tettona e l'idiota...
Ci sono altri personaggi, certo: uno più patetico dell'altro e su di loro non voglio neanche fermarmi, tanto sono comunque dei personaggi sbagliati.
E' sbagliata l'ambientazione: una Cagliari che sembra un fondale dipinto fatto solo di luoghi comuni.
L'unica cosa a non essere sbagliata invece è la trama. Intendiamoci, però: "non sbagliata" allo stesso modo delle teorie quantistiche farlocche e scapestrate che arrivavano sulla scrivania del fisico Wolfgan Pauli e di cui lui diceva " non sono neanche sbagliate"...
La trama di quest libro è semplicemente inesistente...
Quindi che dire? Milena Agus mi ha fatto capire una cosa: non devo andare a cercare letture troppo lontane dalla mia sensibilità. Anche limitandomi a leggere solo le cose che hanno le carte in regola per piacermi, la probabilità di imbattersi in immonde cagate è altissima, se allargassi ancora il mio orizzonte questa probabilità crescerebbe ancora di più...e purtroppo il tempo di leggere e sempre troppo poco per sprecarlo con libri brutti o semplicemente stupidi come questo...
cristianopala reviewed The Rise of Endymion by Dan Simmons (Hyperion Cantos, #4)
Review of 'The Rise of Endymion (Hyperion)' on 'Goodreads'
4 stars
terzo capitolo dei "Canti di Hyperion" e un altra conferma del talento di Simmons. Siamo molto lontani dalla cupezza e dalla grandiosità dei primi due capitoli, qui la storia si fa più piccola, più votata all'avventura tout court, ma non per questo meno appassionante...