chi sono io per mettere meno di bellissimo all'Eneide?
Reviews and Comments
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cristianopala rated La svastica sul sole: 5 stars

La svastica sul sole by Philip Dick
Stati Uniti d'America, 1962. La schiavitù è di nuovo legale, i pochi ebrei sopravvissuti si nascondono dietro falsi nomi, la …
cristianopala reviewed Nero di luna by Marco Vichi (Narratori della Fenice)
Review of 'Nero di luna' on 'Goodreads'
2 stars
A volte mi dimentico di aver letto questo libro.
Non si tratta affatto di un libro brutto, ne tantomeno insignificante... però ha questo strano difetto, si dimentica in fretta. Eppure tutto è al posto giusto: Marco vichi scrive bene, in maniera vivace e attenta, la storia è appassionante e misteriosa al punto giusto... Anche l'ambientazione molto classica e un po' inflazionata, la provincia toscana che sembra celare sempre molto più di quanto dia a vedere,funziona benissimo...eppure, ogni volta che lo becco nella mia libreria, devo sempre sforzarmi di ricordare se l'ho letto o meno...
cristianopala rated La vita meravigliosa dei laureati in lettere: 5 stars
cristianopala rated Ubik: 5 stars

Ubik by Philip Dick
Ubik, written in 1966 and published in 1969, is one of Philip K. Dick's masterpieces (The Three Stigmata of Plamer …
cristianopala reviewed Dune by Frank Herbert
Review of 'Dune' on 'Goodreads'
5 stars
Barone Harkonnen: Ascolta, mi dispiace, io non ho capito il tuo nome, ho capito il tuo, Gurney, ma non ho capito il tuo...
Stilgar: Mi chiamo Jerda e non e' con le chiacchere che uscirai da questa merda
Barone Harkonnen: Voglio solo dire quanto ci dispiace che le cose siano andate a puttane tra noi e il signor Atreides, noi ci siamo messi in questo affare con le migliori intenzioni, davvero..
Stilgar: (sparando al Na-Barone sdraiato sul divano)oh, scusami, ho spezzato la tua concentrazione.. non volevo farlo.. per favore, continua.. dicevi qualcosa a proposito.. delle migliori intenzioni..
Barone Harkonnen: ...
Stilgar: ma che ti prende.. avevi finito?.. interessante, ma non mi hai convinto, sai?..Di' un po', Paul Atreides che aspetto ha?
Barone Harkonnen: Cosa?
Stilgar: (rivoltando il tavolo) da che paese vieni?
Barone Harkonnen: cosa?
Stilgar: cosa e' un paese che non ho mai sentito nominare.. li' parlano la mia …
Barone Harkonnen: Ascolta, mi dispiace, io non ho capito il tuo nome, ho capito il tuo, Gurney, ma non ho capito il tuo...
Stilgar: Mi chiamo Jerda e non e' con le chiacchere che uscirai da questa merda
Barone Harkonnen: Voglio solo dire quanto ci dispiace che le cose siano andate a puttane tra noi e il signor Atreides, noi ci siamo messi in questo affare con le migliori intenzioni, davvero..
Stilgar: (sparando al Na-Barone sdraiato sul divano)oh, scusami, ho spezzato la tua concentrazione.. non volevo farlo.. per favore, continua.. dicevi qualcosa a proposito.. delle migliori intenzioni..
Barone Harkonnen: ...
Stilgar: ma che ti prende.. avevi finito?.. interessante, ma non mi hai convinto, sai?..Di' un po', Paul Atreides che aspetto ha?
Barone Harkonnen: Cosa?
Stilgar: (rivoltando il tavolo) da che paese vieni?
Barone Harkonnen: cosa?
Stilgar: cosa e' un paese che non ho mai sentito nominare.. li' parlano la mia lingua?..
Barone Harkonnen: cosa?
Stilgar: la mia lingua, figlio di puttana, tu la sai parlare?
Barone Harkonnen: siii siii
Stilgar: allora capisci quello che dico..
Barone Harkonnen: siiii si si
Stilgar: descrivimi percio' Paul Atreides, che aspetto ha
Barone Harkonnen: cosa?
Stilgar: di cosa un altra volta, di cosa un altra volta, ti sfido, 2 volte, ti sfido, figlio di puttana, di cosa un altra maledettissima volta
Barone Harkonnen: e' magro...
Stilgar: vai avanti
Barone Harkonnen: Ha una tuta distillante..
Stilgar: secondo te sembra una puttana?
Barone Harkonnen: cosa?
Stilgar: (facendo fuoco sulla spalla del ragazzo)Secondo te...lui...ha l'aspetto d'una puttana?
Barone Harkonnen: nooooo
Stilgar: perche' allora hai cercato di fotterlo come una puttana
Barone Harkonnen: non l'ho fatto..
Stilgar: si tu l'hai fatto...si tu l'hai fatto, Barone, hai cercato di fotterlo, ma a Paul Atreides non piace farsi fottere da anima viva tranne che dalle signore Atreides: Chani o la Principessa Irulan ... leggi la Bibbia Cattolico Orangista, Vladimir?
Barone Harkonnen: si
Stilgar: e allora ascolta questo passo che conosco a memoria, e' perfetto per l'occasione: Ezechiele 25:17...Il cammino dell'uomo timorato e'minacciato da ogni parte dalle iniquita' degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carita' e della buona volonta' conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre perche' egli e' in verita' il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calera' sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome e' quello di Muad'Dib quando faro' calare la mia vendetta sopra di te...(molteplici colpi di pistola)
cristianopala reviewed Colui che gli dei vogliono distruggere by Gianluca Morozzi (Narratori della fenice)
Review of 'Colui che gli dei vogliono distruggere' on 'Goodreads'
4 stars
Questo romanzo mi ha fatto capire una cosa (in realtà la sospettavo da tempo, ma ora ne ho avuto una chiara conferma): non serve aver avuto la vita di Hemingway per scrivere un romanzo (beh, si, devi aver avuto la vita di Hemingway per scrivere ciò che ha scritto Hamingway... ma questa è un'altra storia), basta la propria vita...bastano i propri amici, le proprie esperienze e i propri pensieri anche se si è vissuti lontani dai grandi eventi storici o gli eventi a cui si è assistito sono tutto fuorché epici...
Certo, bisogna avere il talento, quello si, ma vale sempre la pena di raccontare tutto, per quanto insignificanti possano sembrare agli occhi della Storia... Gianluca Morozzi, secondo me, crede a questo assunto e grazie alla sua capacità narrativa ci regala un romanzo che forse non sarà un capolavoro, ma che riesce a regalarvi qualche giorno di puro divertimento mischiato …
Questo romanzo mi ha fatto capire una cosa (in realtà la sospettavo da tempo, ma ora ne ho avuto una chiara conferma): non serve aver avuto la vita di Hemingway per scrivere un romanzo (beh, si, devi aver avuto la vita di Hemingway per scrivere ciò che ha scritto Hamingway... ma questa è un'altra storia), basta la propria vita...bastano i propri amici, le proprie esperienze e i propri pensieri anche se si è vissuti lontani dai grandi eventi storici o gli eventi a cui si è assistito sono tutto fuorché epici...
Certo, bisogna avere il talento, quello si, ma vale sempre la pena di raccontare tutto, per quanto insignificanti possano sembrare agli occhi della Storia... Gianluca Morozzi, secondo me, crede a questo assunto e grazie alla sua capacità narrativa ci regala un romanzo che forse non sarà un capolavoro, ma che riesce a regalarvi qualche giorno di puro divertimento mischiato a quella familiarità che potrebbe darci solo una bella chiacchierata con un amico... e in più vi anticipo che in mezzo ci sono anche universi paralleli popolati da supereroi (che vivono a bologna...) e rocktar come David Bowie e Lou Reed diventati super cattivi a causa della frustrazione di aver visto le loro canzoni scritte prima di loro dal misterioso cantautore Johnny Grey...
Tutto ciò vi sembra una boiata? Non so, a me è piaciuta tantissimo e, da lettore, mi piacerebbe tantissimo rincontrare ancora Kabra dei Despero, Tex, Leviatan, Nitro e Iris e tutti gli altri personaggi...
E già, Gianluca Morozzi, perché non ti ho scoperto prima? Quali strani scherzi del destino hanno fatto si che il mio percorso di lettore non incrociasse il tuo di scrittore? Mah! Misteri della vita e, comunque, meglio tardi che mai!
cristianopala rated Stephen King's danse macabre.: 4 stars

Stephen King's danse macabre. by Stephen King
This is a non-fiction study of the horror genre including books, movies, television, etc. ([source][1])
Also contained in:
cristianopala reviewed Abbiamo sempre vissuto nel castello by Shirley Jackson (Fabula -- 206)
Review of 'Abbiamo sempre vissuto nel castello' on 'Goodreads'
4 stars
Sembra proprio che Shirley Jackson si trovi a proprio agio nelle case infestate.
In "Abbiamo sempre vissuto nel castello" appare tutto il più classico armamentario del genere: una magione tetra e isolata, un fatto di sangue accaduto molto tempo prima e delle presenze ostili ai nuovi visitatori intrappolate in un loop di azioni abitudinarie. Ciò che differenzia questo romanzo dai classici del genere è che le presenze che abitano Blackwood House sono persone vive.
Le sorelle Constance e Mary Catherine insieme al loro zio disabile Julian vinono soli in quella grande casa da quando, sei anni prima, tutta la numerosa famiglia Blackwood è stata sterminata con il veleno durante un pranzo. La principale sospettata, Constance, era stata alla fine prosciolta da tutte le accuse e ora i tre vivono ciascuno intrappolato nella propria routine: Mary Catherine con i suoi infantili riti apotropaici, Constance tra i libri di cucina e le …
Sembra proprio che Shirley Jackson si trovi a proprio agio nelle case infestate.
In "Abbiamo sempre vissuto nel castello" appare tutto il più classico armamentario del genere: una magione tetra e isolata, un fatto di sangue accaduto molto tempo prima e delle presenze ostili ai nuovi visitatori intrappolate in un loop di azioni abitudinarie. Ciò che differenzia questo romanzo dai classici del genere è che le presenze che abitano Blackwood House sono persone vive.
Le sorelle Constance e Mary Catherine insieme al loro zio disabile Julian vinono soli in quella grande casa da quando, sei anni prima, tutta la numerosa famiglia Blackwood è stata sterminata con il veleno durante un pranzo. La principale sospettata, Constance, era stata alla fine prosciolta da tutte le accuse e ora i tre vivono ciascuno intrappolato nella propria routine: Mary Catherine con i suoi infantili riti apotropaici, Constance tra i libri di cucina e le faccende domestiche come una perfetta casalinga anni 50 e lo Zio Julian tra le sue carte intento a scoprire cosa è accaduto veramente durante il pranzo che ha ucciso la sua famiglia, compresa sua moglie, e lo ha ridotto in sedia a rotelle. Questa routine potrebbe anche essere scambiata per quieta felicità ma è chiaro che al di sotto dell'apparenza scorre qualcosa di molto inquietante che non aspetta altro che riemergere in superfice attraverso una crepa, crepa che si presenta un giorno davanti alla porta dei Blackwood sotto forma del cugino Charles: il primo segnale che il cambiamento rischia di modificare per sempre gli equilibri tra i personaggi.
La Jackson è una maestra nello scavare nella psicopatologia del quotidiano, ogni azione intrapresa dal personaggio può apparire perfettamente normale, ma con un semplice cambio di tono, di luci e di contesto, quella stessa azione diventerà improvvisamente disturbante, il segno di una follia che non aspetta altro che dilagare.
cristianopala reviewed Realismo Capitalista by Mark Fisher (Not, #1)
Review of 'Realismo Capitalista' on 'Goodreads'
5 stars
«Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”»
David Foster Wallace
Ecco, il Realismo Capitalista a cui fa riferimento il titolo di questo saggio è la nostra acqua.
Si tratta del paradigma esistenziale dentro il quale siamo immersi, un paradigma così pervasivo che abbiamo iniziato a scambiarlo come lo stato reale delle cose. Un aforisma, forse apocrifo, attribuito a Slavoj Zizek dice è "è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo" e per la maggior parte delle persone è vero. Ciò che sembrava perfettamente ragionevole meno di 40 anni fa, i potenti mezzi dell'ideologia liberista lo hanno reso addirittura …
«Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”»
David Foster Wallace
Ecco, il Realismo Capitalista a cui fa riferimento il titolo di questo saggio è la nostra acqua.
Si tratta del paradigma esistenziale dentro il quale siamo immersi, un paradigma così pervasivo che abbiamo iniziato a scambiarlo come lo stato reale delle cose. Un aforisma, forse apocrifo, attribuito a Slavoj Zizek dice è "è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo" e per la maggior parte delle persone è vero. Ciò che sembrava perfettamente ragionevole meno di 40 anni fa, i potenti mezzi dell'ideologia liberista lo hanno reso addirittura impensabile.
Mark Fisher, in questo breve panphlet ricostruisce i meccanismi del capitalismo e i loro effetti, non tanto a livello economico, ma soprattutto a livello cognitivo e mentale.
Per chiarezza, ricchezza espositiva e potenza della tesi, leggere questo libro è come prendere una bella boccata di aria fresca dopo un soggiorno nelle fogne.
cristianopala rated L'ordine del tempo: 5 stars

L'ordine del tempo by Carlo Rovelli
Come le Sette brevi lezioni di fisica, che ha raggiunto un pubblico immenso in ogni parte del mondo, questo libro …
cristianopala reviewed Non lasciarmi by Kazuo Ishiguro (Super ET)
Review of 'Non lasciarmi' on 'Goodreads'
5 stars
"Non Lasciarmi" è un romanzo che piega i generi letterari a proprio piacimento, lo si può leggere come un romanzo di formazione, come una distopia o, come fa lo scrittore americano Ramsey Campbell, come un horror. Possiamo essere d'accordo con una qualunque di queste categorizzazioni, ma l'autore riesce comunque a trascenderle tutte rendendo la sua opera qualcosa di diverso.
Nonostante la complessità della sua collocazione, "Non Lasciarmi" può essere considerato romanzo facile, da divorare in un paio di notti di lettura compulsiva, ma quando il lettore abbasserà il libro dopo averne letto l'ultima riga, non potrà fare altro che fissare il vuoto per qualche minuto scuotendo lentamente la testa, turbato a vita.
cristianopala reviewed Ancillary Justice by Ann Leckie (Imperial Radch, #1)
Review of 'Ancillary Justice' on 'Goodreads'
5 stars
Ancilary Justice è prima di tutto una riflessione sul potere e sulle sue contraddizioni, poi una riflessione sul concetto di identità e, infine il ritratto di un bellissimo personaggio: Breq, un frammento della coscienza di una grande astronave millenaria, la Justice di Toren, intrappolato in un unico corpo, dopo la distruzione del vascello in cui risiedeva il centro della sua mente (lascio al lettore il piacere di scoprire cosa siano questi corpi e cosa questi comportino). Chi ha causato la distruzione di Justice di Toren? Cosa sta succedendo veramente nel Grande impero Raadchai? Una vicenda ricca tanto di colpi di scena quanto di spunti di riflessione come solo un grande romanzo di fantascienza riesce ad essere.
cristianopala reviewed Der Marsianer by Andy Weir
Review of 'The Martian' on 'Goodreads'
5 stars
Dunque, di cosa parla "L'uomo di Marte"? Beh, a dispetto del titolo e dei temi trattati, il tema centrale di questo romanzo è il potere dell'ottimismo e della forza di volontà. Non è un tema molto originale a pensarci bene, anzi direi che si tratta di un tema estremamente abusato. Innumerevoli personaggi che riscoprono il valore dell'ottimismo e la forza di volontà dopo un periodo difficile causato dalla perdita di una persona cara, dell'amore, del lavoro o di un animale domestico; bleah, tutta roba terribilmente umana. L'uomo di Marte prende questo stesso tema e lo porta ad un livello molto superiore, interplanetario direi.
La trama in breve: Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un'improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno …
Dunque, di cosa parla "L'uomo di Marte"? Beh, a dispetto del titolo e dei temi trattati, il tema centrale di questo romanzo è il potere dell'ottimismo e della forza di volontà. Non è un tema molto originale a pensarci bene, anzi direi che si tratta di un tema estremamente abusato. Innumerevoli personaggi che riscoprono il valore dell'ottimismo e la forza di volontà dopo un periodo difficile causato dalla perdita di una persona cara, dell'amore, del lavoro o di un animale domestico; bleah, tutta roba terribilmente umana. L'uomo di Marte prende questo stesso tema e lo porta ad un livello molto superiore, interplanetario direi.
La trama in breve: Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un'improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla terra. Il nostro protagonista si trova quindi solo, senza la possibilità di comunicare con la terra e in un pianeta che cerca in ogni modo di ucciderlo. Tutto ciò che succederà in seguito è avvincente e scientificamente plausibile: coltivare patate su Marte vi sembra impossibile? Beh, non lo è se riuscite a procurarvi abbastanza acqua e dei batteri con cui rivitalizzare il terreno, per l'acqua basta scindere l'idrazina in... beh vi siete fatti un'idea.
Fra poco uscirà pure il film, purtroppo diretto da un ex genio che avrebbe dovuto smettere di fare film molto tempo fa, il materiale di partenza è ottimo comunque.