Il miglior numero di The Wicked + The Divine da qualche mese a questa parte.
La storia funziona, cattura, ed è ricca di curiosi riferimenti storico-artistici. Il fatto che sia autoconclusiva evita i problemi a cui è andata incontro la serie nei numeri precedenti.
Disegno e colori sono di Stephanie Hans, che centra perfettamente l'atmosfera Romantica\">it.wikipedia.org/wiki/Romanticismo">Romantica della vicenda. Notevole anche il character design.
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Corben6 reviewed The Wicked + The Divine by Kieron Gillen
Review of 'The Wicked + The Divine' on 'Goodreads'
5 stars
Corben6 reviewed La distanza by Alessandro Baronciani
Review of 'La distanza' on 'Goodreads'
1 star
Dialoghi irrealistici, pretenziosi, a volte incomprensibili. Layout confusionario. Storia senza mordente in cui non si riesce a calarsi nemmeno per viverla come uno slice of life a causa dei problemi di cui sopra.
Belli il disegno e la colorazione, capaci di rendere l'atmosfera di "estate siciliana", ma non bastano a salvare il volume.
Non vale i 16€ del prezzo di copertina.
Corben6 reviewed ZEROCALCARE - KOBANE CALLING - by Zerocalcare
Review of 'ZEROCALCARE - KOBANE CALLING -' on 'Goodreads'
3 stars
Mi sono commosso. Mi sono interessato. Mi son sentito ignorante, e mi sono sentito una merda per la mia ignoranza.
Ma lo stile di Zerocalcare continua a non piacermi. Avrei voluto leggere di più di quei posti, delle vicende, della vita quotidiana, di ciò che è successo mentre era lì, del pensiero delle persone da lui incontrate. Avrei voluto leggere meno battute e riferimenti ad aspetti della cultura popolare occidentale che, se inizialmente aiutano a confrontare la vita "qua" con la vita "là", poi interrompono il flusso della narrazione troppo spesso, rubando spazio a particolari ben più interessanti, senza aggiungere nulla.
Corben6 rated Saga, Volume 6: 2 stars
Saga, Volume 6 by Brian K. Vaughan, Fiona Staples (Saga, #6)
After a dramatic time jump, the three-time Eisner Award winner for Best Continuing Series continues to evolve, as Hazel begins …
Corben6 reviewed I hate fairyland by Skottie Young
Review of 'I hate fairyland' on 'Goodreads'
5 stars
Fairyland: un mondo fantastico ricco di magia e gioia, dove nel cielo volano barche a vela e dalla terra innevata crescono coni gelato! Chi non vorrebbe vivere in un luogo tanto meraviglioso?
Gertrude ad esempio. Perché Gertrude è intrappolata a Fairyland da 27 anni, e se il suo corpo è ancora quello di una bambina, la sua mente è quella di una trentacinquenne. Una trentacinquenne molto, molto incazzata.
A Fairyland è impossibile essere scurrili: le parolacce escono dalla bocca censurate.
I Hate Fairyland è MERAVIGLIOSO. Coniuga perfettamente i classici elementi delle favole con la decostruzione - spesso letterale - di essi attraverso lo splatter e l'ironia. È evidente fin dalle prime pagine:
Da notare inoltre la colorazione di Jean-Francois Bealieu. I colori pastello rendono splendidamente un'atmosfera da favola.
Il volume è ricco di trovate fantasiose e di situazioni e dialoghi divertenti
nonché di tanti dettagli che premiano una lettura attenta. …
Fairyland: un mondo fantastico ricco di magia e gioia, dove nel cielo volano barche a vela e dalla terra innevata crescono coni gelato! Chi non vorrebbe vivere in un luogo tanto meraviglioso?
Gertrude ad esempio. Perché Gertrude è intrappolata a Fairyland da 27 anni, e se il suo corpo è ancora quello di una bambina, la sua mente è quella di una trentacinquenne. Una trentacinquenne molto, molto incazzata.
A Fairyland è impossibile essere scurrili: le parolacce escono dalla bocca censurate.
I Hate Fairyland è MERAVIGLIOSO. Coniuga perfettamente i classici elementi delle favole con la decostruzione - spesso letterale - di essi attraverso lo splatter e l'ironia. È evidente fin dalle prime pagine:
Da notare inoltre la colorazione di Jean-Francois Bealieu. I colori pastello rendono splendidamente un'atmosfera da favola.
Il volume è ricco di trovate fantasiose e di situazioni e dialoghi divertenti
nonché di tanti dettagli che premiano una lettura attenta. Ad esempio, nelle prime pagine Gertrude fa esplodere la Luna; più avanti Gertrude si trova in una situazione difficile, e sullo sfondo si nota la Luna rattoppata che sogghigna:
Degno di nota anche il lettering di Nate Piekos
La mia unica perplessità: esaurita la novità del titolo, riuscirà Skottie Young a mantenere la storia interessante, pur avendo una protagonista immortale e dai poteri sconfinati?
Corben6 reviewed Rat queens by Kurtis J. Wiebe
Review of 'Rat queens' on 'Goodreads'
3 stars
Continuano le avventure delle Rat Queens, il party di avventuriere sempre pronto a smontare ogni cliché delle avventure fantasy alla D&D... salvo poi farne uso in maniera non ironica quando la storia lo richiede.
Nei primi capitoli di Rat Queens la trama non era altro che una scusa per farsi beffe dei classici tropes dei giochi di ruolo fantasy e delle insensatezze che vi si trovano; i personaggi erano ben caratterizzati per quello che era l'intento parodico. Con queste idee in mente la sceneggiatura di Kurtis Wiebe era una meraviglia, e, anche grazie agli ottimi disegni e colori di Roc Upchurch, la serie ricevette una nomination agli Eisner Award del 2014.
Un uso divertente di un grande classico di ogni avventura, il Bazaar of the Bizarre
La situazione è cambiata: per poter proseguire oltre i primi volumi senza stufare è stato necessario creare una trama che andasse oltre la semplice …
Continuano le avventure delle Rat Queens, il party di avventuriere sempre pronto a smontare ogni cliché delle avventure fantasy alla D&D... salvo poi farne uso in maniera non ironica quando la storia lo richiede.
Nei primi capitoli di Rat Queens la trama non era altro che una scusa per farsi beffe dei classici tropes dei giochi di ruolo fantasy e delle insensatezze che vi si trovano; i personaggi erano ben caratterizzati per quello che era l'intento parodico. Con queste idee in mente la sceneggiatura di Kurtis Wiebe era una meraviglia, e, anche grazie agli ottimi disegni e colori di Roc Upchurch, la serie ricevette una nomination agli Eisner Award del 2014.
Un uso divertente di un grande classico di ogni avventura, il Bazaar of the Bizarre
La situazione è cambiata: per poter proseguire oltre i primi volumi senza stufare è stato necessario creare una trama che andasse oltre la semplice presa in giro e approfondire il background delle protagoniste. Il problema è che questo viene fatto usando gli stessi stereotipi e incappando nelle stesse ingenuità che la serie si propone di criticare. Ad esempio Hazirael è il classico "grande malvagio" che potrebbe ottenere ciò che vuole molto più facilmente, ma che per necessità di trama agisce in modo estremamente contorto oppure Violet trova una spada bellissima, che però, prevedibilmente, è maledetta… .
Ci sono però momenti in cui si ritrova l'ironia che ha contraddistinto la serie ai suoi albori, e che rendono comunque piacevole la lettura:
Per decidere dove andare, Hannah evoca una mappa che potrebbe essere quella di un qualunque RPG. C'è persino il puntatore che indica la posizione!
Braga, una delle guerriere più spietate di tutta Palisade, ha delle pantofole tenerosissime: le voglio!
In questo terzo volume a occuparsi di disegno e colorazione sono rispettivamente Tess Fowler e Tamra Bonvillain, che non mi hanno convinto appieno. Molte tavole sono buone, e mi è piaciuto in particolare il rinnovato look di Hannah a seguito di un certo evento (immagine spoiler) . In tantissime vignette, invece, non c'è sfondo, e alcune sembrano piatte, senza dimensione di profondità.
Le tavole meno curate sono però soprattutto negli ultimi due capitoli, cosa che mi fa pensare siano dovute anche alla mancanza di tempo: le due artiste sono infatti subentrate a Stjepan Sejic con scarso preavviso. Quest'ultimo rimane tuttavia l'autore delle fantastiche copertine dei singoli capitoli:
A causa quindi di una qualità altalenante da tutti i punti di vista, non posso essere soddisfatto della lettura, ma non ne sono nemmeno deluso. Sono invece molto deluso dalle controversie che hanno portato alla sospensione della serie a inizio quarto volume: non seguirò più la serie, anche se la pubblicazione dovesse essere ripresa.
Corben6 reviewed Blankets by Craig Thompson
Review of 'Blankets' on 'Goodreads'
5 stars
Blankets è un racconto di formazione che narra della crescita fisica e spirituale dell'autore, Craig, attraverso l'infanzia e l'adolescenza, fino all'età adulta. Non è certo una trama innovativa, ma è stata in grado di catturarmi fin da subito e di toccarmi nel profondo, e credo possa fare lo stesso con gran parte delle persone di qualsiasi età e cultura. Per quanto la narrazione segua principalmente la storia dell'amore tra Craig e Raina, i temi affrontati sono molteplici, trattati in maniera sempre convincente e da vari punti di vista, allargando quindi il numero di lettori che rivede una parte della propria vita in almeno uno di essi.
Una delle tematiche affrontate è il rapporto con la religione: il Cristianesimo ha un ruolo fondamentale nell'educazione di Craig, e nonostante sia un'imposizione da parte dei genitori, viene da lui vissuto molto intensamente, più di quanto accada ai suoi coetanei. Il desiderio di seguire …
Blankets è un racconto di formazione che narra della crescita fisica e spirituale dell'autore, Craig, attraverso l'infanzia e l'adolescenza, fino all'età adulta. Non è certo una trama innovativa, ma è stata in grado di catturarmi fin da subito e di toccarmi nel profondo, e credo possa fare lo stesso con gran parte delle persone di qualsiasi età e cultura. Per quanto la narrazione segua principalmente la storia dell'amore tra Craig e Raina, i temi affrontati sono molteplici, trattati in maniera sempre convincente e da vari punti di vista, allargando quindi il numero di lettori che rivede una parte della propria vita in almeno uno di essi.
Una delle tematiche affrontate è il rapporto con la religione: il Cristianesimo ha un ruolo fondamentale nell'educazione di Craig, e nonostante sia un'imposizione da parte dei genitori, viene da lui vissuto molto intensamente, più di quanto accada ai suoi coetanei. Il desiderio di seguire i dettami della religione è infatti così forte da portarlo a grandi sofferenze nel momento in cui si trova a infrangerli.
In Blankets si parla anche di divorzio. Raina è incastrata infatti in mezzo alla separazione dei genitori, tra due persone che rifiutano di parlarsi se non tramite note scritte e lasciate attaccate al frigorifero. Non viviamo questo dramma solo attraverso lei, ma anche attraverso il padre, incapace di accettare la realtà della situazione che sta vivendo, impotente nel cambiarla.
Mi è piaciuto molto il paragone che fa l'autore tra la sua vita e il mito della caverna di Platone. Craig è uno dei prigionieri: cresciuto all'interno del suo piccolo paese è incapace di vedere la realtà del mondo, ma l'incontro con Raina è occasione di crescita e di liberazione dalle catene, è lo spunto che gli permette di acquisire gli strumenti per guardare il mondo sotto una luce nuova.
Blankets non mi ha convinto solo per la storia che racconta, ma anche per il disegno di ottima qualità, che riesce a essere incisivo, a emozionare, a creare la giusta atmosfera, anche grazie ad alcune notevoli soluzioni artistiche nella composizione della pagina e delle singole vignette.
A inizio racconto Craig e Raina, distanti centinaia di chilometri, stanno vivendo entrambi un momento difficile della loro vita, ma una sera riescono a parlare al telefono, creando per qualche minuto una connessione che, nel momento in cui si interrompe, viene rappresentata così:
L'intimità, il calore e la felicità spensierata del rapporto tra i due innamorati sono resi molto bene tramite la contrapposizione con il mondo esterno innevato, metafora di una realtà difficile, da cui è però possibile prendersi una pausa grazie alla presenza di una singola persona.
Da notare inoltre in quest'ultima immagine come non ci sia una linea a separare i due momenti rappresentati, ma solo un ampio spazio bianco.
Craig e Raina una notte sono a letto insieme, ma Craig non riesce a dormire e rimane in ascolto: le linee che rappresentano il respiro e il battito di Raina sono secondo me perfette per rendere l'idea dei rispettivi suoni. Sembra di essere lì con lui!
Altri rumori si aggiungono, unendosi in un tutt'uno perfetto, perfetto come il momento che sta vivendo il protagonista.
Il mattino seguente il padre di Raina cerca i suoi figli per salutarli: Craig e Raina sono ancora a letto insieme, e lui potrebbe scoprirli! Ecco che le vignette per pagina si moltiplicano, aumentando l'ansia nel lettore, che vuole sapere se i due saranno scoperti, ma è costretto a leggere molto di più del normale per arrivare alla fine della pagina.
Da notare inoltre lo spesso bordo nero intorno a una delle vignette, bordo nero che torna spesso a sottolineare i momenti più tristi.
Mi è piaciuto molto anche l'uso dei gutter, che in alcune situazioni scandiscono la lettura separando parti di una figura più ampia che potrebbe anche essere unita in un tutt'uno, ma alla quale in quest'ultimo caso il lettore dedicherebbe meno attenzione e meno tempo.
Blankets è quindi un fumetto che mi ha soddisfatto da ogni punto di vista, che mi ha intrattenuto e mi ha commosso, e che mi ha ricordato di come la vita possa acquisire un altro significato, se vissuta insieme.
Corben6 reviewed Memetic by James Tynion IV
Review of 'Memetic' on 'Goodreads'
2 stars
Un meme che porta all'estinzione della razza umana in tre giorni!? Woah!
Se c'è un'opera di saggistica che ha cambiato il mio modo di pensare e di vedere la vita, questa è Il gene egoista, in cui Richard Dawkins conia il termine "meme", usato per indicare un "elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo" (treccani.it). Come avrei potuto quindi non essere incuriosito dalle premesse di Memetic? Premesse che però rimangono tali e non vengono sviluppate in maniera interessante. L'idea di meme, infatti, dopo essere stata spiegata a suon di "As you know, Bob", viene relegata in secondo piano, rivelandosi nient'altro che un sostituto come un altro di un generico virus della zombificazione; una scusa per raccontare di un'apocalisse zombie classica e senza sorprese. Peraltro, nell'occasione in cui l'idea viene ripresa in modo rilevante, quello che …
Un meme che porta all'estinzione della razza umana in tre giorni!? Woah!
Se c'è un'opera di saggistica che ha cambiato il mio modo di pensare e di vedere la vita, questa è Il gene egoista, in cui Richard Dawkins conia il termine "meme", usato per indicare un "elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo" (treccani.it). Come avrei potuto quindi non essere incuriosito dalle premesse di Memetic? Premesse che però rimangono tali e non vengono sviluppate in maniera interessante. L'idea di meme, infatti, dopo essere stata spiegata a suon di "As you know, Bob", viene relegata in secondo piano, rivelandosi nient'altro che un sostituto come un altro di un generico virus della zombificazione; una scusa per raccontare di un'apocalisse zombie classica e senza sorprese. Peraltro, nell'occasione in cui l'idea viene ripresa in modo rilevante, quello che dovrebbe essere uno scienziato ne parla in termini scientificamente errati. Mi riferisco alla scena sull'elicottero, in cui il Dr. Peter Klein/Clownboy commenta come il meme si sia evoluto, acquisendo la capacità di infettare altre persone tramite le urla degli infetti. Processo che non può però essere definito evoluzionistico, in quanto evoluzione implica sopravvivenza differenziale; l'acquisizione di questa capacità è in realtà un risultato della programmazione iniziale del meme.
Il finale non mi ha convinto: si basa su una decisione del protagonista che non è in accordo con quanto viene mostrato di lui nei capitoli precedenti. Aaron infatti, per quanto abbia alcuni non meglio specificati e non approfonditi problemi di salute, abbia bisogno di una protesi acustica e non sia in grado di vedere i colori, scherza più di una volta su questa sua condizione, e sembra un ragazzo normale con una vita sociale normale, con un ragazzo e con degli amici che gli vogliono bene. Far dire qualche volta ad altri personaggi che ad Aaron è capitato di sentirsi "triste e solo", non è sufficiente a rendere credibile la scelta che compie alla fine, quando dal nulla dichiara che non ha vissuto altro che "una vita triste e stupida".
Il disegno, per quanto non perfetto, mi è piaciuto, tanto che guardando le tavole "work in progress" a fine volume mi sono reso conto che avrei preferito il volume in bianco e nero: le chine di Eryk Donovan sono ottime, ma spariscono a causa della colorazione, che aggiunge qualcosa alla storia solo riguardo al meme. Inoltre quale occasione migliore di un protagonista che vede in bianco e nero per fare un fumetto in bianco e nero e far quindi vedere com'è il mondo dal suo punto di vista? Sfruttando peraltro l'occasione per giustificare meglio la sua scelta finale? Sarebbe stato ancora più interessante colorare solo le ultime tavole, a partire da quando Aaron stesso inizia a vedere i colori, mostrando quindi solo nel finale com'è realmente fatto il meme sia a lui – che avrebbe avuto quindi un ulteriore motivo per morire felice ed estatico – sia al lettore
Corben6 reviewed The Wicked + The Divine, vol. 3 by Kieron Gillen (The Wicked + The Divine, #3)
Review of 'The Wicked + The Divine, vol. 3' on 'Goodreads'
3 stars
Una delle ragioni per cui più ho amato The Wicked and the Divine fino ad ora è che ho sempre sentito una forte connessione con Laura, la protagonista, con cui percepivo di potermi identificare. Questo terzo volume cambia completamente le carte in tavola. Non seguiamo più infatti Laura nel suo percorso, ma ogni capitolo è dedicato a un diverso membro del Pantheon, di cui viene approfondito il passato o il carattere, mentre contemporaneamente viene portata avanti la trama. E il problema del volume penso sia questo: volendo fare entrambe le cose nessuna delle due riesce bene. L'approfondimento dei personaggi non riesce a caratterizzarli adeguatamente e a rispondere alle domande a cui vorrebbe rispondere. Ad esempio non mi ha convinto la spiegazione sul perché tutti odino Tara e la chiamino "fucking Tara". E similmente Woden: perché Cassandra lo definisce "evil", pur non sapendo dei suoi accordi con Ananke e non conoscendo …
Una delle ragioni per cui più ho amato The Wicked and the Divine fino ad ora è che ho sempre sentito una forte connessione con Laura, la protagonista, con cui percepivo di potermi identificare. Questo terzo volume cambia completamente le carte in tavola. Non seguiamo più infatti Laura nel suo percorso, ma ogni capitolo è dedicato a un diverso membro del Pantheon, di cui viene approfondito il passato o il carattere, mentre contemporaneamente viene portata avanti la trama. E il problema del volume penso sia questo: volendo fare entrambe le cose nessuna delle due riesce bene. L'approfondimento dei personaggi non riesce a caratterizzarli adeguatamente e a rispondere alle domande a cui vorrebbe rispondere. Ad esempio non mi ha convinto la spiegazione sul perché tutti odino Tara e la chiamino "fucking Tara". E similmente Woden: perché Cassandra lo definisce "evil", pur non sapendo dei suoi accordi con Ananke e non conoscendo le sue perversioni private? Certo, conosce quelle pubbliche, ma eccitarsi guardando ragazze asiatiche che fanno sesso non credo possa essere definito "malvagio". .
Molte scene che fanno avanzare la trama sembrano buttate lì apposta per non far perdere interesse nella serie, e molte situazioni e conversazioni sono poco verosimili, create su misura per fornire alcuni dettagli e nasconderne altri.
Visivamente è un volume fantastico, nonostante ogni capitolo sia disegnato da un artista diverso: certo, manca una continuità stilistica, ma l'abbinamento divinità-artista-stile è sempre azzeccatissimo.
Chi meglio di Brandon Graham – col suo stile sensuale e sinuoso – avrebbe potuto disegnare un capitolo dedicato a Sakhmet?
Amaterasu e Urðr secondo Stephanie Hans.
La Tara di Tula Lotay. Che eleganza.
Mat Lopes usa una palette perfetta per Morrigan e Baphomet, senza che risulti forzata.
Interessante anche l'idea del capitolo 14, che non è altro che un "remix", in cui la maggior parte dei disegni sono presi da capitoli precedenti e usati insieme a un nuovo lettering per raccontare qualcosa di nuovo. Alcune vignette sono addirittura prese da Sex Criminals !
Corben6 reviewed How to pass as human by Nic Kelman
Review of 'How to pass as human' on 'Goodreads'
3 stars
“Come passare per esseri umani: una guida all'integrazione per futuri androidi” Come non essere intrigati dal titolo?
Alla narrazione delle vicende di Zach, un androide che non sa quale sia lo scopo della sua creazione se non che deve cercare di “passare per essere umano”, si alternano dei dossier su alcuni aspetti della società umana come il lavoro, il denaro e il divertimento, analizzati dal punto di vista di Zach, quindi di un essere razionale che li incontra per la prima volta nella sua vita.
Abitudini riproduttive
Il punto fondamentale da ricordare quando si tenta di passare per un essere umano e si intraprendono rapporti sessuali è che il sesso in sé dovrebbe essere piacevole, ma, in realtà, rende infelici la maggior parte degli esseri umani. L'infelicità prima dell'atto sessuale deriva dal non essere coinvolti in un atto sessuale con sufficiente frequenza (notare inoltre come questa sia una funzione asintotica …
“Come passare per esseri umani: una guida all'integrazione per futuri androidi” Come non essere intrigati dal titolo?
Alla narrazione delle vicende di Zach, un androide che non sa quale sia lo scopo della sua creazione se non che deve cercare di “passare per essere umano”, si alternano dei dossier su alcuni aspetti della società umana come il lavoro, il denaro e il divertimento, analizzati dal punto di vista di Zach, quindi di un essere razionale che li incontra per la prima volta nella sua vita.
Abitudini riproduttive
Il punto fondamentale da ricordare quando si tenta di passare per un essere umano e si intraprendono rapporti sessuali è che il sesso in sé dovrebbe essere piacevole, ma, in realtà, rende infelici la maggior parte degli esseri umani. L'infelicità prima dell'atto sessuale deriva dal non essere coinvolti in un atto sessuale con sufficiente frequenza (notare inoltre come questa sia una funzione asintotica – gli esseri umani non possono avere rapporti sessuali in quantità ritenuta sufficiente). L'infelicità durante l'atto deriva dalla preoccupazione che il partner non stia provando piacere e non voglia quindi più fare sesso. L'infelicità dopo l'atto deriva dall'averlo compiuto senza essere emotivamente legati al partner […]. In ogni caso, il paradosso da ricordare è: anche se gli esseri umani desiderano avere relazioni sessuali con altri esseri umani più di ogni altra cosa, la maggior parte del tempo tali relazioni causano loro sofferenza.
Questa analisi estremamente razionale e senza filtri è molto divertente, ma è anche in grado di portare alla luce tutte le insensatezze e le incoerenze della nostra società, dando quindi numerosi spunti di riflessione.
Sono proprio questi dossier il punto forte di How To Pass as Human, in quanto la storia di Zach, per quanto a tratti mi abbia coinvolto, è piuttosto banale e prevedibile, solo una scusa per inserire il restante materiale. Si sarebbe potuta ridurre inoltre la quantità dei dossier, che nell'ultimo terzo del libro iniziano ad essere troppo frequenti e ripetitivi.
Corben6 reviewed WE3 by Grant Morrison
Review of 'WE3' on 'Goodreads'
4 stars
Sì è vero, in questo fumetto ci sono degli animali che vengono torturati, che soffrono e che muoiono. E allora? Questo non significa né che gli autori sono dei pazzi sadici che godono della sofferenza di creature innocenti né che è un fumetto di merda, come viene detto più o meno direttamente in molte recensioni negative. Uno dei punti di forza di We3 è proprio l’essere in grado di emozionare e di far star male il lettore insieme ai personaggi! Dirò di più, Morrison avrebbe dovuto avere più coraggio e optare per un finale ancora più tragico. In primo luogo perché avrebbe determinato un maggior impatto psicologico sul lettore, il quale a fine lettura invece si sente sollevato e libero di non pensare più alla vicenda; in secondo luogo il finale tutto sommato positivo risulta forzato, in quanto fin dall'inizio non si percepisce alcuna via di scampo per i protagonisti. …
Sì è vero, in questo fumetto ci sono degli animali che vengono torturati, che soffrono e che muoiono. E allora? Questo non significa né che gli autori sono dei pazzi sadici che godono della sofferenza di creature innocenti né che è un fumetto di merda, come viene detto più o meno direttamente in molte recensioni negative. Uno dei punti di forza di We3 è proprio l’essere in grado di emozionare e di far star male il lettore insieme ai personaggi! Dirò di più, Morrison avrebbe dovuto avere più coraggio e optare per un finale ancora più tragico. In primo luogo perché avrebbe determinato un maggior impatto psicologico sul lettore, il quale a fine lettura invece si sente sollevato e libero di non pensare più alla vicenda; in secondo luogo il finale tutto sommato positivo risulta forzato, in quanto fin dall'inizio non si percepisce alcuna via di scampo per i protagonisti.
Il disegno in sé non mi ha entusiasmato: in alcune occasioni è troppo povero di dettagli, e i volti dei personaggi sembrano gomma gonfiata con delle espressioni disegnate sopra.
Inoltre, la sequenza delle pagine 106-109, aggiunta in questa deluxe edition, è poco comprensibile.
L’ENORME punto di forza di We3 è invece nella ricerca e nella scelta di alcune soluzioni artistiche, specialmente nell'impostazione della pagina. La storia inizia con alcune pagine in cui le vignette sono relativamente piccole, e la “telecamera” stessa si trova all'interno di spazi piccoli: il tutto è poco dopo contrastato da una doppia splash page, che stabilisce anche da subito con la sua violenza quello che sarà il tono del fumetto.
Quasi alla fine del primo capitolo ci sono sei pagine composte esclusivamente da immagini di telecamere di sorveglianza:
Sono pagine pesanti, claustrofobiche, che mi hanno messo a disagio tanto che ho avuto la tentazione di saltarle. E proprio per questo sono perfette nella loro funzione. Portano infatti a una doppia splash page apertissima, in cui mi sono sentito sollevato come se avessi riconquistato la libertà, esattamente come avviene per gli animali protagonisti, finalmente liberi dopo una dura e lunga prigionia.
Anche le scene di combattimento sono realizzate in modo interessante, funzionale allo scopo di rendere l'idea dell'animale che percepisce il tempo e lo spazio in modo diverso dall'uomo.
La pagina si trasforma in uno spazio a tre dimensioni, con alcune vignette poste orizzontalmente e altre verticalmente
We3 è pieno di piccole chicche, come questo balloon riempito non con parole ma con l’oggetto di cui si sta parlando
Mi è piaciuto molto anche che la deluxe edition sia davvero una deluxe edition, arricchita da approfondimenti, estratti di sceneggiatura, racconti degli autori e 11 pagine aggiuntive di storia.
In conclusione We3 non è un fumetto perfetto, ma è in grado di intrattenere, emozionare, far riflettere e insegnare anche qualcosa di tecnica del fumetto. Lo consiglierei a chiunque!
Corben6 rated Sunstone Vol. 3: 4 stars
Corben6 rated Daytripper: 5 stars
Daytripper by Fábio Moon
Daytripper is a ten-issue American comic book limited series by Fábio Moon and Gabriel Bá, published by the DC Comics …